La parte centrale del convivio è stata la relazione di
Christoph sul mondo della Maratona, che frequenta da diversi anni. Dopo una
breve sintesi sulle origini della disciplina, che deve il nome alla corsa di
Filippide dopo la battaglia di Maratona tra greci e persiani ed è stata
introdotta nel programma olimpico fin dalla prima edizione dei Giochi moderni
(1896), Christoph ha trattato il tema della preparazione. Il primo obiettivo
è arrivare a percorrere 10 chilometri, poi si può pensare a
raggiungere i 21 (mezza maratona, per esempio la Stralugano). Il programma
ideale comprende tre allenamenti settimanali, ripartiti fra prove ripetute, una
corsa sul ritmo e una lunga, su distanze variabili. Durante la gara il rischio
maggiore è il cosiddetto “muro”, cioè il crollo improvviso delle prestazioni
legato all’esaurimento del glicogeno e allo sforzo eccessivo. Di solito il
problema si verifica dopo 30/35 chilometri. Per prevenirlo è necessario costituire
una riserva di carboidrati assumendo gradualmente prodotti come le maltodestrine.
Qualche consiglio: bere molto è inopportuno e potenzialmente pericoloso, bisogna
evitare l’abbigliamento pesante che fa sudare e perdere liquidi di cui c’è
bisogno, e cambiare le scarpe ogni 500-800 chilometri di allenamenti.
Christoph appartiene al gruppo degli amatori che hanno
partecipato almeno una volta alle quattro maratone più importanti: New York
(l’atmosfera più bella, secondo lui), Londra (il pubblico più entusiasta),
Boston (la più dura) e Tokyo (la più esotica, anche perché gli atleti
occidentali sono in netta minoranza). I tempi di campioni come Eliud Kipchoge,
dominatore della disciplina, superano di poco le due ore. I migliori rimangono
al di sotto delle due ore 40’. I dilettanti più veloci arrivano al traguardo
dopo tre ore e mezza / quattro ore. Per avere un’idea di quanto possa risultare
difficile la prova si può citare Markus Ryffel, argento olimpico dei 5000 metri
ai Giochi di Los Angeles 1984: gli riesce difficile rimanere sotto le quattro
ore.
L’intervento di Christoph è anche un invito al Club. L’idea
è creare due squadre di cinque soci ciascuna per un’iscrizione collettiva alla
Stralugano del prossimo settembre. La metà parteciperà alla gara di 21
chilometri, gli altri a quella di 10. Si correrà per la Masseria, cioè per fare
conoscere il progetto lanciato dal Club e contribuire al suo finanziamento,
indossando una maglietta creata per l’occasione. I dettagli saranno illustrati
in seguito.
Marco Strazzi